Riflessioni sul Vangelo della Messa di Domenica 8 Settembre 2024 redatte dal Canonico Monsignor Giuseppe Trapani.
Cari fratelli e sorelle, oggi il profeta Isaia esordisce con le parole: “Dite agli smarriti di cuore: coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la ricompensa divina. Egli viene a
salvarvi”. Se...
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Il Signore vuole che i suoi discepoli di ieri e di oggi instaurino con Lui una relazione personale, e così lo accolgano al centro della loro vita. Per questo li sprona a porsi in tutta verità di fronte a sé stessi, e chiede: «Ma voi, chi dite che io sia?» (v. 29). Gesù, oggi, rivolge questa richiesta così diretta e confidenziale a ciascuno di noi: […] “Chi sono io per te?”. Ognuno è chiamato a rispondere, nel proprio cuore, lasciandosi illuminare dalla luce che il Padre ci dà per conoscere il suo Figlio Gesù. E può accadere anche a noi, come a Pietro, di affermare con entusiasmo: «Tu sei il Cristo». Quando però Gesù ci dice chiaramente quello che disse ai discepoli, cioè che la sua missione si compie non nella strada larga del successo, ma nel sentiero arduo del Servo sofferente, umiliato, rifiutato e crocifisso, allora può capitare anche a noi, come a Pietro, di protestare e ribellarci perché questo contrasta con le nostre attese, con le attese mondane. In quei momenti, anche noi meritiamo il salutare rimprovero di Gesù: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini». Fratelli e sorelle, la professione di fede in Gesù Cristo non può fermarsi alle parole, ma chiede di essere autenticata da scelte e gesti concreti, da una vita improntata all’amore di Dio, di una vita grande, di una vita con tanto amore per il prossimo. Gesù ci dice che per seguire Lui, per essere suoi discepoli, bisogna rinnegare sé stessi, cioè le pretese del proprio orgoglio egoistico, e prendere la propria croce.
In questo quindicesimo giorno del mese di settembre, la chiesa venera San Nicomede, anche Lui presente nella nostra Chiesa. A Roma, sulla via Nomentana, Nicomede, quando era sacerdote, fu scoperto mentre seppelliva il corpo della martire Felicola. Fu arrestato e, ai suoi aguzzini, rispose: “Io non sacrifico che a Dio onnipotente, regnante nei cieli”. Per questo motivo fu flagellato e in quel tormento, salì al cielo.I resti si trovano nella Confessione di Santa Prassede all’Esquilino. Precedentemente era venerato in una basilica costruita da Bonifacio V. La più antica chiesa dedicata a San Nicomede nell’Italia settentrionale e il principale centro di diffusione del culto del martire si trova nei pressi di Parma, a San Nicomede, frazione del comune di Salsomaggiore Terme. Esistono prove attendibili dell'esistenza di Nicomede e del suo martirio, ma sono stati tramandati pochi dettagli. È probabile che il martirio sia avvenuto durante il regno di Domiziano (81-96), sebbene esista una passio del VI secolo che lo colloca al 1 giugno durante quello di Massimiano.