Riflessioni sul Vangelo della Messa della Domenica del 17 Agosto 2025 redatte dal Canonico Monsignor G.ppe Trapani.  

Cari fratelli e sorelle, l’odierna pagina evangelica ci presenta un Gesù inconsueto, quasi inaccettabile. Le due parole ci sembrano inappropriate sulla sua bocca. Egli che ha parlato sempre con..

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Per la traduzione della messa domenicale dal latino all'italiano usare questo Qrcode o il seguente link. Infine si consiglia, per la recita quotidiana delle lodi, dei vespri e per la Parola di Dio delle S. Messe domenicali e festive, l'uso dell' App  IBREVIARY  oppure  EPREX.


Commento del Papa sul Vangelo odierno secondo MatteoMt 19,13-15 e Parola del Giorno


«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49). Gli Apostoli, insieme ai fedeli delle diverse comunità, hanno portato questa fiamma divina fino agli estremi confini della Terra; hanno aperto così una strada per l’umanità, una strada luminosa, e hanno collaborato con Dio che con il suo fuoco vuole rinnovare la faccia della terra. Com’è diverso questo fuoco da quello delle guerre e delle bombe! Com’è diverso l’incendio di Cristo, propagato dalla Chiesa, rispetto a quelli accesi dai dittatori di ogni epoca, anche del secolo scorso, che lasciano dietro di sé terra bruciata. Il fuoco di Dio, il fuoco dello Spirito Santo, è quello del roveto che divampa senza bruciare (cfr Es 3,2). E’ una fiamma che arde, ma non distrugge; che, anzi, divampando fa emergere la parte migliore e più vera dell’uomo, come in una fusione fa emergere la sua forma interiore, la sua vocazione alla verità e all’amore. Un Padre della Chiesa, Origene, in una delle sue Omelie su Geremia, riporta un detto attribuito a Gesù, non contenuto nelle Sacre Scritture ma forse autentico, che recita così: «Chi è presso di me è presso il fuoco» (Omelia su Geremia L. I [III]). In Cristo, infatti, abita la pienezza di Dio, che nella Bibbia è paragonato al fuoco. Abbiamo osservato poco fa che la fiamma dello Spirito Santo arde ma non brucia. E tuttavia essa opera una trasformazione, e perciò deve consumare qualcosa nell’uomo, le scorie che lo corrompono e lo ostacolano nelle sue relazioni con Dio e con il prossimo.



Oggi si ricorda...

Arcara Li Fusi ( Me ) oggi è in festa ricordando il suo Santo Patrono, San Nicolo' Politi." Nacque nella città d'Adernò (oggi Adrano - Catania) nel 1117 nel nobile casato dei Politi. Venne presto considerato un santo: col segno della croce scacciava i lupi che assalivano gli ovili, sanava le pecore, intercedeva per la guarigione dei malati. Nel giorno delle nozze, imposte dai genitori, fuggì iniziando a solo 17 anni la vita eremitica. Fino a quando divenne monaco laico presso il Monastero basiliano del Rogato, presso Alcara Li Fusi (ME), dove visse per il resto della vita. Ogni sabato, percorrendo un impervio sentiero, si recava dalla grotta dove dimorava al monastero per confessarsi e ricevere l'Eucaristia. Il 12 agosto del 1167 Nicolò rientrò alla grotta esausto. Poco dopo un angelo gli rivelò che la sua anima sarebbe salita in Cielo due giorni dopo la festa dell'Assunta. Martedì 15 Agosto si recò al monastero per confessarsi e ricevere per l'ultima volta l'Eucaristia. Salutò tutti i monaci, affidandosi alle loro preghiere. All'alba del 17 Agosto 1167 Nicolò, dopo una notte in preghiera, con la croce fra le braccia, fu accolto dal Signore. " (Avvenire)